Explosion Wrestling Superstar

Posts written by †Voltaire «

  1. .
    Il buio lascia lentamente spazio ad una figura. Un omino disegnato sopra un cartoncino palesemente attaccato ad uno stecchino. L’omino si muove all’interno di un rettangolo anch’esso cartonato. Come fosse una qualche sorta di assai spicciolo spettacolo per bambini.

    “L’uomo si è perso. Ha smarrito la strada.”

    La figura si muove, la mancanza di tratti del viso però non ci fa cogliere quale sia l’emozione del fantoccio in cartone.

    “Oppure è riuscito a trovare la forza di cercare qualcosa di nuovo. Di diverso. Non sempre abbandonare quello che si possedeva è un male. Alle volte ci si deve fermare. Correre non fa sempre bene, non è un bene. Si finisce per non riflettere su dove si poggiano i piedi.”

    A questo punto un sonoro CRACK si sente. L’omino di cartone è inciampato. Quando si rialza vediamo che entrambe le gambe sono state strappate via.

    “Quando non si ragiona si finisce per venire azzoppati. Per non capire i pericoli verso cui ci si incammina. Ed io sono stanco di pretendere di stare bene. Sono stanco di pretendere che voi possiate capire. L’uomo che ero si è fermato un istante, non per riflettere, ma per spiccare un volo più alto e si è spezzato.”

    A questo punto dal buio del teatrino compare il volto dipinto dell’uomo che fu Ciro de Curtis.

    “AH-AH-AH! Sorpresa. Astanti telespettatori è questo il mio nuovo volto. È questo il nuovo io. Una pagliacciata vivente, ma non è questo quello che abbiamo sempre desiderato? Qualcosa del genere. Un clima più gioioso, come quello di un tempo, come qualcosa di caloroso tra di noi. Io ero l’omino che avete visto. Ero privo di emozioni. Privo di espressione. Mi muovevo solamente in avanti senza mai riflettere. Ma alla fine ho compreso dove ero finito, mi ero perso. Nonostante questo ho continuato ad andare avanti. Mi dicevo di non essere triste. Mi dicevo di avere forza… eppure proprio quando mi sono dovuto fermare ed ho perso tutto ho capito. Ho capito che avrei dovuto fermarmi molto tempo prima. Dire addio a tutto e fare il punto della situazione. Credevo di avere tutto, invece non avevo niente. Tutto fittizio. Mi intristivo perché credevo di avere ogni cosa che si potesse desiderare. Mi tormentavo per il senso di inadeguatezza. Mentre ora... ora sorrido sempre. Ogni singolo giorno. Perché ho capito quale è il mio posto qui dentro. Io sono il tutto e il niente. Sono la caotica baraonda e sono la calma piatta. Sono un agente di ciò che credo sia giusto fare. Non rifletto e sono imprevedibile. Non me ne faccio più niente degli sproloqui.”

    Ciro a questo punto prende una matita e disegna un sorriso sul volto dell’omino. Solo un sorriso. Niente occhi, naso o altro.

    “Basta questo. Basta RIDERE & SORRIDERE. Basta prendere quello che la vita ti da per ricavare il tesoro da portare nel cuore bimbi belli. IO SONO QUESTO ORA. SONO IL PAGLIACCIO CHE AVETE SEMPRE SOGNATO. L’UOMO DA SORRISO SEMPRE PRONTO!”

    Ciro si lascia andare ad una risata sguaiata.

    “COSA HAI DETTO? Sproloqui di un pazzo? E se anche fosse? Perché dovrei pretendere di comportarmi come qualcuno che non sono più? Come qualcosa di diverso? Perché dovrei preoccuparmi di rientrare in standard che mi stanno stretti? Io non voglio stare in regole che non siano le mie. C’è un nuovo clown in città. C’è un pagliaccio del terrore, o del crimine. Decidere voi quali riferimenti pop volete fare. Io sono solamente me e da quando ho deciso di mettere un sorriso fisso sul mio viso, il mio mondo è sempre cambiato in meglio e non vedo altro che il lato positivo delle cose. Credevo che la mia vita stesse diventando lentamente una tragedia, ma non era così. La battuta completatevela pure voi, so che le vostre menti argute da critici cinematografici non vedono l’ora. Ma non voglio darvi questa soddisfazione, un’artista come me non svela subito tutti i suoi trucchi. Il teatrino continuerà, questo era solamente un assaggio. Restate sintonizzati.

    Ogni risata
    È assicurata.”


    Il sorriso inquietante di Ciro rimane fisso in camera per una decina di secondi prima che l’immagine, lentamente, inizi a sfumare.
  2. .
    Siamo in un luogo non specificato, la notte è giunta da ore ma il cielo è privo di nuvole, la luna è verso la fase calante, pochi giorni fa abbiamo potuto assistere ad una splendida luna piena.
    Ci spostiamo all’interno di un edificio, nonostante l’aria da villa abbandonata questa si presenta ben arredata, illuminata con delle candele sparse in punti chiave per favorire la luce.
    Aileen Wallace se ne sta seduta dinanzi ad un tavolino, davanti a sé un’altra sedia occupata da una delle sue compagne del Delirium: Violet. Sul tavolino ci sono due tazze di the, la Wallace solleva la sua, portandola alle labbra, sorseggiando un po’ della sua calda bevanda.
    A: Non so più chi sono, Violet. Non mi riconosco più. Dalla più longeva Women’s Champion della storia della EWS, dalla Regina di Spine, sono passata ad essere un’ombra. Sembra di rivivere i miei primi mesi in EWS, continuamente sconfitta, continuamente costretta a rialzarmi, fragile, vulnerabile, non sono più quel pilastro che si ergeva trionfante sulla Divisione Femminile, assieme a te e a Misery. Direi che alla nostra compagna sta andando più che bene, in coppia con la Tigre.
    Aileen poggia sul tavolino la sua tazza, senza mai distogliere lo sguardo verso la compagna di Stable.
    AW: Abbiamo di nuovo una possibilità, non solo di riscattare il proprio nome ma quello di tutto il Delirium. Io ho già fallito contro Hel. Posso avere la possibilità di poterla detronizzare ancora una volta e di tappare la sua gelida bocca. Si crede una dea, si crede al di sopra di tutto e a malincuore devo confessare che ci sta riuscendo più che bene. A Christmas Crush mi ha sconfitta, ha sconfitta quella che era l’ombra di me. Vincere questo match significherebbe dovermi fare carico di riuscire ad uccidere una Dea. Ma tutto questo dovrebbe accadere in caso di mia vittoria contro il team avversario.
    La Wallace rimane in silenzio per alcuni secondi, inespressiva verso lo sguardo che le ricambia Violet.
    A: Oppure potresti vincere tu, potresti eccellere dove io ho fallito negli ultimi mesi. Tu e Misery potreste riportare in alto il nome del Delirium.
    Violet sorseggia la sua bevanda ad occhi chiusi. Insolitamente calma la rossa che poi posa la tazza ed apre gli occhi.

    V: Cosa è la sconfitta, se non l’occasione di rinascere ancora? Cosa è accaduto alla vecchia Regina di Spine? Si è sentita privata di tutto? Io non credo. Ho la sensazione che stare troppo in alto abbia rarefatto la tua cognizione. Noi siamo il Delirium. Siamo l’essenza del cambiamento e dell’evoluzione. Il delirio non è qualcosa di in concreto, è qualcosa che si basa sui fatti. Noi siamo sognatrici che si danno il beneficio del dubbio fino alla fine e che si danno la benedizione della determinazione.
    Osserva la tazza.
    V: Dovrei quindi restare a sentire te che dici queste cose? Come se fosse tutto un ricordo? Ma non dire cazzate! Il Delirium non è una entità unica, ma il connubio di tre menti. Tre menti che si muovono verso un obiettivo comune e che hanno determinazione da vendere. Rimangiati quelle parole e dimostra la grinta, ancora una volta. Aileen.
    La rossa si alza di scatto, come a voler sfidare la sorella di Wallace a farsi sotto.
    Aileen chiude gli occhi, sembra che le dure parole della compagna di stable abbiano colpito più del previsto. Ma un ghigno si forma sul viso della donna. Si alza con più pacatezza della focosa rossa e apre gli occhi, di nuovo senza distogliere mai lo sguardo verso di lei.
    A: È vero. Il Delirium è più che un semplice gruppo. La semplice visione che hanno gli altri di noi mi stava annebbiando la testa, i forti dubbi che mi hanno assalita hanno fatto sì che vacillassi, ma invitarti qui per un confronto è stata la mossa più giusta da fare, probabilmente nel mio inconscio sapevo di poter contare sulla tua di grinta. Purtroppo il non poter aver messo le mani addosso a YukariTakeba o sua madre mi ha fatto crollare in un baratro che più di sconfitte è coronato di occasioni mancate. Takeba ha dimostrato tutta la sua codardia eppure è riuscita a scamparla. Sua madre ha voluto recentemente mettersi in mostra eppure non ha ancora pagato per i suoi peccati. È probabilmente questo che mi ha destabilizzata. La sconfitta con Hel è stato probabilmente un evento che ha solamente offuscato la mia mente.
    Aileen si avvicina a Violet, mettendosi fianco a lei. Le poggia una mano sulla spalla.
    A: Sì, devo ritrovare la grinta di cui parlavi, devo riaccendere quel fuoco che in passato è divampato e incendiato qualsiasi ostacolo che mi si parava dinanzi. Che ci si parava dinanzi. Il fuoco deve tornare a bruciare e sciogliere questo Regno di Ghiaccio. Il fuoco deve bruciare definitivamente le vane speranze di Janis Courson, scelta da Hel sia per rispetto e credo anche per scherno nei suoi confronti. La Regina di Ghiaccio è subdola e dall’animo nero. La sua gentilezza è solo una facciata del lato oscuro che cela dietro a quel perfetto sorriso. Noi siamo un’unità, siamo un trio che vale per un solo individuo. La mia vittoria, come la tua vale per entrambe. Se sarò io a vincere questo Tag Team Match allora accoglierò la tua forza di volontà per alimentare di nuovo le fiamme del mio animo.
    La Wallace toglie la mano dalla spalla di Violet, piazzandosi di nuovo faccia a faccia con lei.
    A: se il trionfo gioverà invece a te, allora il mio fuoco si unirà al tuo così che potrai distruggere il Regno dei Ghiacci con le tue stesse mani. Noi siamo il Delirium, se io fallisco allora tu o Misery dovrete avanzare. Abbiamo un vantaggio confronto ad Hel e Janis: noi due siamo unite da un legame profondo e da un obiettivo più grande. Hel vuole solo divertirsi con Janis, Courson vuole solo mettere le mani addosso ad Hel, ma se Janis non è una stupida allora sfrutterà l’occasione per cogliere la palla al balzo e ottenere la contesa che desidera da tempo. Sta a noi rimetterla al suo posto.
    Violet annuisce.
    V: Siamo l’ideale che avanza. Siamo il fuoco che avvampa e non importa chi di noi porterà la fiaccola che porterà la fine al Regno di Ghiaccio. Comunque sarà firma del Delirium, perché il fuoco non conosce unico padrone, ma si muove ferale con la ferocia di chi non è possibile domare. Esattamente come noi. Il passato non va dimenticato, ma neanche deve tenerci ancorate a qualcosa di effimero. Janis non ha un'idea precisa di cosa desidera e di dove vuole andare. Hel è sola in questa situazione e nessuno può procedere in solitudine senza, inevitabilmente, stare con il fiato sul collo di chi lo circonda. E' un collasso inevitabile il suo. Lo sappiamo tutti. Il fuoco lambirà la sua carne e scioglierà ogni apparenza. Siamo il vecchio che si rigenera e ridiviene nuovo. Il Delirio permetterà di andare avanti, come ha sempre fatto. E anche il nuovo diventerà vecchio. Il ciclo continua. Continuo divenire. Continuo mutamento. Continuo… delirio.
    Le due sorridono e su questa immagine sfuma il collegamento.
  3. .
    Andiamo nella palestra EWS dove troviamo Violet intenta ad allenarsi con un sacco da boxe, la rossa colpisce ferocemente l’oggetto per poi fermarsi a rifiatare quando vede le telecamere.

    “Non temo le sfide. È quello che dico sempre.”

    Altro calcio portentoso.

    “Mister Tank è una sfida la quale merita di essere affrontata. È qualcuno che ha fatto la storia della EWS e non sto di certo mentendo o esagerando. È qualcuno che conta. Quindi quale risultato migliore se non andare a colpire una delle colonne portanti di un edificio per iniziare a sbriciolarlo? Dare un giusto colpo, far crollare l’intero palazzo e ricostruirlo dalle fondamenta. In fin dei conti è quello che facciamo noi del Delirium. Colpiamo qualcuno dove è necessario o dove è debole e lo spingiamo a ricredersi o fare forza sui propri fondamenti. In questo modo o si vive o si muore. Portiamo gli altri ad andare avanti e diventare persone migliori. Individui in grado di emergere da un mare di nullità nel quale si crogiolano troppo a lungo.”

    Altro calcio.

    “Io ho affrontato dei momenti di calo, ma Misery e Aileen mi hanno spronata. Ci supportiamo l’una con l’altra non solamente perché vogliamo essere migliori, ma perché riteniamo che il dolore sia la chiave per la crescita. Nessuno vuole provare dolore, nessuno vuole prendersi il peso delle proprie responsabilità ed è per questo che spesso la gente impazzisce o fallisce. È qualcosa di insito nel loro DNA. Noi vogliamo dare una scossa a tutti, permettendo a tutti quanti di essere qualcosa di diverso. Noi diamo una valida alternativa e siamo le uniche che si impegnano. Perché? Perché è così. È un dato di fatto. Tank si è voluto mettere in gioco e bisognerà capire adesso fino a che punto vorrà prendersi il peso di questa sua scelta. Vedremo se è un combattente o uno a cui piace fare discorsi e proclami a vuoto.”

    Serie di pugni e jabs.

    “Ora sono pronta più che mai. La cintura è qualcosa che bramo e che voglio perché posso dimostrare di meritarla. Lo SK Championship, il titolo di chi deve essere sempre messo in gioco. Di chi deve essere sempre pronto a mettersi in discussione. Il mio titolo insomma. Il titolo di chi è sempre pronto a rialzarsi. Vedremo quindi se Tank sarà pronto o meno. Il delirio sta venendo a prenderti. Sarai infettato o riuscirai a resistere? Anche perché se vincerai non sarai lo stesso. Io sono l’emanazione di un’idea. L’idea che attraverso il dolore c’è evoluzione. Tu cosa hai da dire il riguardo?”

    SUPER KICK IMPROVVISO ALLA TELECAMERA E IL COLLEGAMENTO SI CHIUDE!
  4. .
    “Perché questo mutismo?”

    Ciro. Lui.

    “Perché sono rimasto a lungo in silenzio. In disparte. Perché… ho capito… o forse no… la verità è che non ho capito. Non ho capito come ho fatto a perdere con Black. Non capisco molte cose ultimamente, ma forse da un po’ di tempo a questa parte. Io mi uccido letteralmente per tutto e… fallisco, oppure vengo frainteso. Ricevo sempre un doppio messaggio. Le risposte non sono adatte alle mie aspettative. Ma di chi è la colpa? Perché devo farmi il sangue così amaro? Perché devo andare così avanti? Perché devo preoccuparmi che cose che mi spettano come un posto in dirigenza vengano messe in dubbio? Io non ci sto, non ci voglio più stare. Sono stanco.”

    Un De Curtis scocciato. Furia calma. Quasi tristezza e rabbia fuse.

    “Cosa ha combinato Black da quando è qua? Ha rotto il cazzo. Ha rotto le scatole e fatto un mucchio di rumore. Gente del genere non merita di solito di ricevere attenzione, ma questo spettacolo gli è stato concesso. Ha dato tutto questo ed anche di più. Ha messo in piedi una sceneggiata. È lo stesso individuo che viene odiato, ma a cui viene lasciata carta bianca su tutto questo. Gli viene concessa la parola e nessuno prova a censurarlo e non perché sia equivalente ad una mosca che ronza sulla merda. Perché… qua dentro le cose vanno così. Si va avanti per etichette e stigmi. Io sono il figlio di puttana dopotutto, no? Sono io quello che deve sentirsi tormentato dopo tutto questo tempo. Sono io il cattivo a prescindere. ALLORA ANDATEVENE A FARE IN CULO. Andatevene tutti e lasciatemi in pace. Perché io ho fatto dei passi in avanti verso di voi. Verso le vostre insulse persone, cari miei sostenitori della I Dabliu Es. Fottuti sostenitori di un sogno che non è più tale da anni.”

    Ciro sbraita e sputa.

    “Ciro che perde il titolo Divàin vi fa ridere. Fa gli errori grossolani. È questo quello che guardate. Non fate il punto della situazione e non siete obbiettivi. Non ve ne importa granché, tanto cambiate subito argomento e non vi rendete conto di quello che lasciate. Di quello che lanciate. Credete siano parole vuote, ma hanno un peso. Voi tutti non sapete cosa vuol dire assumersi una dannata responsabilità. Io ho buttato tutto quello che avevo per andare dietro al mio sogno, ma ogni dannata volta… OGNI DANNATA VOLTA CHE STO PER CONCRETIZZARE QUALCOSA A VOI FA PIACERE VEDERE CHE CADO. CI GODETE COME LE PUTTANE CHE SIETE. Ed è di questo che sono stanco. L’unico che ci mette passione in una relazione del genere solo io. L’unico che tenta di portare avanti qualcosa che è morto da tempo oramai. Non ho voluto lasciare andare. Non mi sono tirato indietro ed è questo il mio errore. La troppa passione. Il troppo amore per questo posto. Perché amare troppo è un peccato se la controparte non ti rispetta e non ci tiene a te. Se non ti da il giusto peso. Io questa situazione sto vivendo. Perché il pubblico mi ha voltato le spalle senza chiedersi perché dei miei gesti. I miei colleghi sono troppo centrati su se stessi e l’unica cosa che mi rimaneva era diventare parte di questa stessa struttura che sta tentando di fagocitarmi… E GLIELO STO LASCIANDO FARE.”

    Si mette le mani in faccia ridendo.

    “Ciò è la parte migliore. Mi sto lasciando consumare da questo posto. Black ed il suo amichetto sono solamente il sintomo di un malessere che mi porto dietro da troppo tempo. Ma adesso basta. Non mi importa della cintura o di altro. Non mi interessa di queste cose. L’unica cosa che voglio è andare avanti. Buttarmi alle spalle tutto e quale modo migliore di una bella bara? Oramai non ho nulla da perdere se non me stesso e sono disposto a mettermi in gioco, ancora, anche in questo barbaro e macabro modo. Pensate che sia uno scherzo? Io non credo proprio. Io sono pronto a mettermi in gioco e rischiare di farmi seppellire vivo per dimostrare ciò che credo. Sia che io vinca che io perda accadrà qualcosa di glorioso per me. Sarò un monito per chiunque scenderà in campo dopo di me in battaglie simili. Perché essere disposti a farsi seppellire per vincere non è qualcosa da poco. Vivo il rischio della situazione. Sono pronto a perdere tutto. Anche me stesso in uno scontro che non vale NIENTE. Perché è questo quello di cui stiamo parlando. DI NULLA. Del fatto che mi trovo di fronte qualcuno che ha voluto sbattere i piedi a terra e giocare a fare il bimbo grande e che si è trovato un giusto alleato per l’occasione. Non voglio fare gli stessi discorsi. Non voglio fare politica su quanto questo atteggiamento sia infantile o su quanto ci sia di sbagliato in tutto ciò. Perché passerei per uno che si lamenta e piange ed io non sono così. Non lo sono mai stato, ma la gente preferisce guardarmi così. Tant'è che sono disposto a morire, a farmi seppellire, a non tornare più nel mondo dei vivi. La gente preferisce additare me come quello sbagliato piuttosto che passarsi una mano sulla coscienza, ma sarà sempre così purtroppo e dovremo andare avanti in questo modo. A meno che qualcuno non cambi le cose. Volete che sia io quel qualcuno? Voi che preferite vedermi morire ogni giorno e poi chiedete aiuto e sostegno? Fottetevi. Non ho più un cazzo da dire… mi sono rotto… sono stanco…”

    Silenzio. Ciro se ne va. Lasciando così, improvvisamente, il discorso interrotto.
  5. .
    Un uomo che gioca alle slot. Il titolo Divine appoggiato sullo gabellino al suo fianco, non ci vuole molto a capire che si tratta di Ciro de Curtis. Il napoletano è voltato di spallo ed intento a scommettere i suoi soldi senza dare peso a ciò che lo circonda. Nonostante ciò inizia a parlare, come se la telecamera fosse stata percepita.

    “Siamo di nuovo all’inizio. Altro giro altra corsa come si suol dire. Questa volta sarà migliore o peggiore? Non c’è modo giusto per fare le cose arrivati a questo punto. Si prova e si vede se si riesce o si fallisce, semplice no? Per alcuni non lo è. Ogni anno è sempre la stessa storia. Eppure credo di aver capito perché si inizia con Rùlett ogni anno. È l’azzardo, il brivido che da a tutto un significato diverso. L’azzardo di inizio stagione in cui tutto può accadere. È l’azzardo che ci permette di capire chi può permettersi di volare più alto e chi invece dovrà accontentarsi delle briciole. È come un banco di prova dettato dalla fortuna che ci fa comprendere come sarà la nostra stagione. L’uomo è fabbro delle sue fortune dicevano gli antichi. Che sia così vero? Oppure lo sciò è solamente un modo per intrattenere e noi ci lasciamo influenzare più del dovuto? Credendo che la prima uscita in Pei Per Viù sarà quella che caratterizzerà la nostra stagione? Io so solamente una cosa. Sono ancora Divain Cèmpion ed ho intenzione di rimanerlo. Chiunque mi capiti contro. Chiunque il destino decida come mio avversario. Io non mi sposterò di un singolo millimetro. Perché io voglio essere più forte del destino e di quello che questo ha in serbo per me.”

    Ciro da una pacca alla sua cintura.

    “Come dicevo. L’azzardo. Come l’azzardo che Scèin Hiro ha voluto fare venendo qui ed attaccando il sottoscritto. Lo conosco. Ho sentito molto parlare di lui e sono contento che abbia puntato me inizialmente, così appena potrò mettergli le mani addosso gliele suonerà con una buona motivazione. Ha interrotto un mio momento e sono intransigente su queste cose. Un tempo mi sarei incazzato, avrei fatto promesse di violenza o altro. Adesso no. Dopo l’estate passata con Castòl ho compreso diverse cose. Questo bisness è fatto in un determinato modo, o lo si ama o lo si odia ed io non sono ancora pronto ad odiarlo. Quindi che ben venga lui o qualsiasi altro. Perché io sarò pronto. Nelle passate stagioni, dal mio fantomatico tradimento, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma continuo a pensare ad una cosa. I proclami della ripresa erano simili. Tutti uguali potremmo dire. Cambiava leggermente l’atteggiamento, ma il succo era quello. Perché? Perché dopo tutti questi anni io mi ostino a dire di esser cambiato, ma in realtà potrei aver mentito a me stesso e l’ho capito solamente ora. Ciro è un uomo tormentato dicono, ebbene? Se anche fosse? È la verità, ma ciò non toglie che sono il vostro campione. Volenti o nolenti.”

    Ciro tira un’ultima volta la leva.

    “L’azzardo è ciò che rende la vita interessante. Non tutti sono fatti per un destino placido, per qualcosa che sia tranquillo e pacato. Alcuni vogliono l’adrenalina, vogliono sentire il cuore pompare all’impazzata. Che c’è di male in questo? Perché non si dovrebbe cercare quello che da soddisfazione? Uollas ha cercato me al tempo. Hiro ha cercato la ribalta. Io ho cercato un posto come dirigente. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa e siamo pronti a rischiare pur di ottenerlo. Cosa c’è di strano? Nulla. È così dannatamente umano. Ed io questa volta non sono solamente determinato. Ho un piano. Ho qualcosa di progettato a lungo termine e sono pronto a portarlo a compimento. È finito il tempo delle tarantelle. Questo è il mio azzardo. Tutto o niente.”

    La telecamera si sposta sopra la slot, le figure girano fino a rallentare. Cosa uscirà? Vincerà o perderà? Ci siamo quasi, stanno per fermarsi e… CAMERA FADES
  6. .
    Violet confermata
    Ciro de Curtis confermato
  7. .
    “Mine vaganti.”

    Come di consueto il discorso di Ciro inizia ancor prima del collegamento, anche stavolta con brevi parole che anticipano il tema del discorso che verrà.

    “Ecco chi sono i vostri eroi. Individui che vogliono tutta l’attenzione su di sé e che dimenticato che questo sciò è fondato sullo spettacolo che tutti possono offrire. Su qualcosa che va fatto insieme. Loro, invece, si arrogano il diritto di fare come vogliono e quando vogliono. Qualcosa che il sottoscritto, in passato, ha fatto ed è stato abbandonato dalla folla. Ma io vi dico, qual è la differenza? Loro dicono di essere il vero spettacolo, ma cosa hanno fatto fino ad ora? Si sono messi in gioco con la consapevolezza di fare affidamento sull’altro. Non si sono mai impegnati al massimo e si sono risparmiati per una intera stagione millantando di essere un team vincente. Voi lo chiamate essere atleti degni? Io assolutamente no. Io mi sono fatto il mazzo da solo e da solo mi sono conquistato la mia cintura Divain e non ho intenzione di vedermela rubare da… chiunque venga.”

    Scuote il capo il patenopeo.

    “Perché è ridicolo tutto questo. Ora che il vecchio mi ha mostrato l’inizio del mondo dietro la scrivania posso dire che è un suicidio. Tentare di aumentare haip dietro la contesa con il mistero non serve. Ammazzi solo il momento, rischiando di rovinare tutto. La gente vuole certezze nella vita. Non vuole vedere uno sciò di vrestling dove anche gli incontri possono variare da un momento all’altro. Ma in fin dei conti voi siete delle donnicciole volubili che si tirano indietro di fronte alle difficoltà dicendo: stavolta passo. Perché è questo quello che siete diventati, Tanc e Asc, dei rammolliti incapaci di gestire il proprio potenziale. Credete di essere bravi. Credete di essere i migliori. Ma vi siete fatti forza a vicenda fino a questo punto solamente per rendervi conto di essere soli. Cosa accadrà quando avrete fatto le vostre scelte? Cosa accadrà quando alla fine vi renderete conto di essere senza il vostro compare?”

    Ride Ciro.

    “Avete voluto prendervi la maggiore attenzione ed ora ve la beccate. Avete tentato di defraudare i campioni del loro status superiore dirottando le attenzioni su di voi, ma facendo così avete dimenticato il resto. Non vi siete concentrati abbastanza ed avete perso il focus. Tanc o Uollac che sia, sarà da solo. Senza l’altro. Perché l’adorata coppia ha voluto provare a camminare sulle proprie gambe da singolo nuovamente, senza però fare un adatto periodo di prova. Si è tuffata in acqua subito dopo pranzo ed ora i crampi la prenderanno costringendola ad affogare. Il vostro destino è inevitabile. Siete di fronte al vostro declino. Avete iniziato la stagione come campioni. Come caposaldo della categoria di coppia ed ora tentate di allontanarvi da essa per far vedere che siete ancora capaci di camminare da soli, sembrate come quei vecchi pugili che non vogliono saperne del ritiro e finiscono a fare figure di merda durante la fase di sparring. Mi fate pena.”

    Scuote il capo ed alza la cintura De Curtis.

    “Io questa me la sono meritata. Senza andare a cercare scuse o altro. Me la sono conquistata e mi sono fatto il mazzo, senza trovare scuse o trovate pubblicitarie. Perché questo Sammer Smascer è stato concepito da voi come un palcoscenico in cui imbastire il vostro teatrino. Ebbene, io vi metterò i bastoni tra le ruote e vi impedirò di avere la serata gioiosa che desiderate. Io sarò l’alone opaco che vi annebbierà la vista e vi impedirà di gioire. Vi farò strozzare il grido in gola perché io sono quello che sa ciò che vuole. Voi siete solo degli Enimol Parti che vogliono fare i propri comodi. Ed io non ci sto. Qua dentro regna la legge di Ciro ora. È ora che iniziate a fare conoscenza di questo concetto che un giorno sarà costante. Quindi sorteggiatevi vicendevolmente, fate la conta, non mi interessa. Io prenderò chiunque mi arriverà di fronte e lo rispedirò a calci in culo da dove è venuto. Perché io sono Ciro de Curtis e mi sono rotto il cazzo delle prime donne.”

    Detto ciò Ciro abbandona la scena senza aggiungere altro.
  8. .
    Un Ciro furioso e incazzato cammina per il backstage.

    “Credono di poterlo fare. Credono di poter interrompere un incontro a loro piacimento solamente per fare i loro strampalati annunci. È qualcosa che non tollererò un giorno, ma per ora mi limiterò a prenderli a calci in culo.”

    La rabbia del Divine Champion è tutta per gli Stealing Truth a quanto pare.

    “Anche se solamente uno di loro si presenterà a quanto pare. Hanno detto di volersi meritare quel match, ma fosse stato per me gli avrei dato tutte le opportunità che desiderano, perché contro il sottoscritto non hanno speranze. Tanc e Uollas, due individui che ho imparato a conoscere bene e per i quali potrò dire molto, ma non adesso. Prima bisogna vedere se sarà uno di loro il mio avversario, già, perché questa settimana andremo contro a coppie. Non ho paura di affrontare una coppia che si fregia di essere la migliore, d’altronde sono due egomani che la compongono. Sarebbe strano se dicessero il contrario. Piuttosto mi preoccupa la compagnia del mio compare o presunto tale. Floggher, tsk. Cosa potrà mai dare di positivo alla contesa?”

    Rotea gli occhi al cielo Ciro.

    “L’unica cosa che so è che sarà un Endicap Mèc per il sottoscritto. Dovrò tentare di portare alla vittoria il mio team nonostante io sia in palese inferiorità numerica con tanto di zavorra. Ma non è interessante tutto questo. La cosa centrale è che quei due che si credono migliori di tutto vogliono ottenere il privilegio di poter sfidare me con un incontro di coppia. Ancora con quella presunta voglia di spalleggiarsi a vicenda. Hanno bisogno l’uno dell’altro per arrivare dove vogliono. Questa è la loro forza, ma anche la loro debolezza. Cosa possono fare in singolo? Un tempo forse erano una minaccia, ma adesso si sono rammolliti. Hanno perso quel mordente dell’uomo solitario che viaggia contro tutto e tutti. Adesso vanno dall’amichetto per farsi dare una mano. Deboli, ecco cosa sono divenuti. A me non è che interessi tanto, ma riconosco dei deboli quando li vedo. Credono di essere superiori al prossimo, ma non sarebbero in grado di compiere un passo senza l’approvazione dell’altro.”

    Ride divertito adesso De Curtis, che si da una pacca sulla cintura.

    “Io sono il campione ed ho intenzione di mantenere questa cintura ancora a lungo. Non mi tiro indietro di fronte alle minacce e alle richieste di scontro. Però devo dire che la loro spocchia mi irrita non poco. La gente li tifa perché si fanno belli e si credono il meglio, ma ben presto tutti si accorgeranno di quanta aria fritta vendano. Di come le loro belle parole siano soltanto… parole. Si sono fossilizzati in una categoria dove l’unione fa la forza perché nascondevano l’uno i difetti dell’altro e si spalleggiavano a vicenda in una gara a pompino vicendevole. Io non sono come loro. Sono migliore. E sono pronto a dimostrarlo non solo ora, ma sempre. Che si facciano sotto. Anche in due. Io non li temo.”

    Detto questo Ciro si allontana senza aggiungere altro.
  9. .
    “Magnifico: che suscita ammirazione o approvazione incondizionata, talvolta entusiastica.”

    Ciro inizia il discorso, come sempre ancor prima che l’apertura venga aperta. Sorride sprezzante, titolo Divine attorno alla vita.

    “Dove, precisamente, questo aggettivo si attribuisce a Elfloggher? Non lo vedo così magnifico, a differenza mia ovviamente. Sono io quello da decantare. Mi sono preso quello che volevo dopo anni infine. Sono riuscito nel mio intento ed ho posto la parola fine ad un libro aperto da fin troppo tempo. Ho quello che volevo. Ho il mio posto nella dirigenza per il futuro e sono disposto ad imparare. Si, anche da Castòl. Perché per quanto ci si possa odiare, qualcosa sa farlo il vecchio. E l’esperienza in questo campo futuro è la cosa che ti rende migliore degli altri. Io, semplicemente come faccio sempre, mi sono portato avanti con le cose. Ma non c’è da stupirsi. Sono magnifico, no?”

    Ghigno.

    “Eppure adesso cosa dovrà accadere? Ho avuto il mio momento ad EcploMenia e mi sono preso anche il titolo in tutto questo. Un titolo che mi calza a pennello, ma che non è la cosa a cui tenevo di più. Non voglio risultare irrispettoso, ma c’era molto di più in ballo. Eppure non voglio metterlo da parte, voglio semplicemente dire che questo è il mio spunto per andare avanti. Sarà il mio nuovo punto di partenza, ma… contro chi? Al momento ancora nessuno pare essere apparso per reclamare un posto. Quindi che farò? Rimarrò con le mani in mano? Assolutamente no. Affronterò chi mi capiterà a tiro ed andrò avanti come ho sempre fatto. Farò del mio meglio per me stesso, perché io sono l’unica persona che conta. Sono pronto a dare un nuovo significato alla parola campione ed utilizzerò il Divàin per dare nuova linfa a questo luogo. Tante cose sono cambiate in così poco tempo. Soul è il nuovo campione. Il Delirium, dopo mesi di dominio, è alla deriva. Tanc e Uollas hanno perso le cinture di coppia che sembravano essere ancorate alle loro vite. Io, invece, sono sempre qui. Sempre con un obiettivo. Non mi fossilizzo. Vado avanti e rendo reali i miei desideri. Non importa quanto tempo ci voglia. Io lo faccio e basta.”

    Sospira. Dopodiché prende la cintura e la osserva.

    “Sono nuovamente campione. La prima cintura che vinsi qui dentro. Divain Cempionscip contro Umada. Questo sarà un nuovo inizio per Ciro, bisognerà vedere dove mi porterà. Ma questo lo si potrà vedere dopo. Perché non importa che tu voglia essere quello più forte o quello che si impegna di più. L’importante è giocarsi tutte le carte al meglio. Perché altrimenti si rimane solo con un pugno di mosche in mano ed un sacco di rimpianti sul groppone.”

    Detto ciò Ciro gira i tacchi e si allontana.
  10. .
    CITAZIONE
    -Women's Championship - Aileen Wallace vs Janis Courson vs Yukari Takeba©
    Molto... corto ? E' stato particolare come match e difatti, mi suona strano di come l'abbia scritto Voltaire di cui ho potuto vedere molti match accattivanti, ma penso sia stato un modo per sottolineare il turn di Takeba e come Janis non sia pronta per il territorio del titolo, in questo momento. Aileen Wallace invece non ha avuto modo di reagire. E' stato un match da Highway ma sottolinea come Takeba sia scesa molto di status e stia scendendo di match in match, nel suo fairplay, dove effettivamente contro una Aileen Wallace sembra aver avuto un colpo di fortuna e penso anche Hel possa effettivamente usare la rosa in modo vincente. Visto come in astuzia, la Takeba è nuova (nel senso di imbroglio)... anche se è molto, molto pericolosa con una madre come la sua.

    Il match è volutamente corto per scelta narrativa yeye, hai colto bene che è per sottolineare la nuova attitude della Takeba e, chissà, sarà da tenere a mente anche per eventuali sviluppi futuri 8D
  11. .
    “Finalmente.”

    Un logo EWS in primo piano. La voce di Ciro de Curtis a fare da sottofondo.

    “Conta solo questo adesso. In questo preciso istante. Perché potrebbe essere il mio ultimo istante. Ho deciso di mettere in gioco la carta che più ritenevo importante per me. Quella che ha più significato. Perché è questo il mio desiderio. Fin dal principio avevo questo sentore. Avevo questa cosa che mi portavo dentro, eppure non riuscivo a spiegarla. Questo posto è magico. È un luogo… unico. Non nel senso romantico del termine. Non voglio essere un sentimentale. Ho chiuso con quella parte del mio passato, eppure c’è qualcosa che devo dire. Questa federazione da a tutti un’opportunità, quella di emergere. Di uscire dal torpore della vita e mettersi in gioco, non sempre ce ne rendiamo conto. Ma quando capita, non puoi fare a meno di essere riconoscente. Proprio questa convinzione mi ha portato a voler fare quella proposta. Diventare un dirigente in futuro, quando la mia carriera sarà finita. Non è un mero capriccio. È un atto di consapevolezza. Quella di essere parte di qualcosa di più grande che trascende gli individui e permette a tutti di sentire dentro di sé le risposte alle proprie domande esistenziali.”

    Una breve pausa. La luce mette in risalto il logo, scintillante più che mai.

    “Non sono qui per fare un mega intervento come Castòl. Non sono qui per fare fiumi di parole. Quello che voglio è la costanza di dire: io sono qui e non voglio andarmene. Una richiesta di aiuto sotto alcuni aspetti, l’aiuto chiesto da chi, anche quando avrà le ossa a pezzi, non vorrà andarsene da questo palazzetto. Di chi ha sofferto e pianto qui dentro. Di chi ha versato sangue in questo posto. Di chi conosce il significato del vero sacrificio. Perché tutto è iniziato con il mio infortunio. Con il rischio di dover dire addio a tutto ciò. A tutto quello che la I Dabliu Es potesse rappresentare. Lì il mondo ha iniziato a venire meno. La paura, ebbene sì, paura, ha preso piede. Perché è un’emozione umana ed io non pretendo di ascendere al divino. La paura di vedersi privare di tutto è quanto di più ignobile ci possa essere. Lì sono rimasto ferito. Da chi prendeva con troppa leggerezza l’atto. Eppure il luogo c’era. Era accogliente. Nulla era cambiato. E mi feci una promessa. Che quello che era accaduto a me non accadesse a nessuno. Perché nessuno meritava un trattamento del genere. Perché nessuno dovesse dire addio a questo luogo. Voglio fondermi con questa mecca del lottato perché è l’unico modo a cui ho pensato per poter andare avanti nel dopo. Per poter far andare le cose in un determinato modo: quello giusto. Castòl ha i suoi cazzi a cui pensare. Io ho i miei. Ma credo di essere un’ottima voce in capitolo. Eppure chi mai mi ascolterebbe senza autorità? Ed ai piani alti servono i giusti agganci. Io sto edificando il mio futuro. Sto permettendo a me di avere un dopo, ma anche a voi.”

    Un fascio di luce illumina qualcos’altro. È Ciro. Ciro che osserva il logo.

    “Perché l’odio non nasce mai per caso, ma solo da un sentimento altrettanto forte come l’amore. Ed io amo questa federazione, anche se l’ho odiata. Ho però compreso che l’odio era per chi ci lavorava, per chi tirava i fili. Quindi non farò altro che immettermi in una cove di serpi quando sarò troppo vecchio per lottare con i miei colleghi, solamente per iniziare una nuova battaglia. Tutto il resto è contingenza. Mi rimboccherò le maniche e farò ciò che è giusto per questo posto e non solo. Perché io posso. Perché Ciro vive. Il Divàin Cèmpionscip è solo un contorno. Qualcosa in più, ma non per questo lo disdegno. Per chi pensa che io abbai fatto tutta questa manfrina per avvicinarmi alla cintura rispondo solo che non ha mai imparato a conoscere me, né tanto meno ha mai imparato a capire come ragiona un vero uomo. Alle volte bisogna lasciar perdere ciò che è materiale, per dedicarsi ai piani a lungo termine. E questo piano è iniziato due anni fa. Due ExploMania addietro. Quando tutto ebbe inizio. Forse oggi non ci sarà una fine, ma si concluderà un capitolo importante. Perché l’I Dabliu Es è l’unica cosa che conta.”

    Cala il buio su Ciro, così come sul logo.
  12. .
    Penso si farà qualcosa, in particolare magari qualche idea scartata la scorsa estate. Quindi forse un bel King of Trios o altro, devo confrontarmi con gli altri yeye
  13. .
    Corridoi della EWS, qui vediamo un Ciro de Curtis intento a prepararsi per la serata.

    “Spero abbiate capito che sono io quello a cui interessa veramente di questo posto.”

    Non fissa in camera, continua a camminare, parzialmente assorto nei suoi pensieri.

    “Sono l’uomo di cui questo posto ha bisogno, forse non quello che si merita. Perché dopo tutti i pesci in faccia che mi sono stati lanciati da molti qui dentro non dovrei pormi neanche il problema di migliorare la situazione attuale. Mettere me stesso al servizio della I Dabliu Es, pensa te. Chi l’avrebbe mai detto, eh. Eppure è un desiderio che è nato nella mia persona da un po’. Mi sono domandato cosa avrei effettivamente potuto fare per mandare avanti il mio messaggio. Perché oramai è chiaro che per Ciro conta solo Ciro, ma continuavo anche ad avere un legame con questo posto. La federazione mi ha dato tanto e quale modo migliore per dimostrare gratitudine se non essere parte integrante della dirigenza? Quello che voglio non è il potere, quello è solamente una conseguenza. Io voglio far parte di questo luogo e muovermi per migliorarlo come credo. Anche se ammetto che questo è un discorso prematuro.”

    Sorride il napoletano.

    “Non ho vinto ancora contro Castòl. Né in caso di vittoria andrei ai piani alti. Quello è il mio piano pensionistico. Quando appenderò gli stivaletti al chiodo mi aspetterà un bel posto dietro la scrivania ai piani alti della federazione. Non male effettivamente se pensiamo che molti quando abbandonano questo mondo si trovano distrutti. Fare vrestling ti segna. Ti lascia impronte indelebili addosso e tu credi di potertele scrollare di dosso, ma non è così facile. Io l’ho capito anzi tempo ed ho voluto trovare modo per portare avanti la mia passione. Perché è questo quello che sono un appassionato. Qualcuno che ci tiene dannatamente alle cose che per lui contano qualcosa. Quindi che Castòl si tenga pronto alla più grande batosta della sua vita. Il Divain Cempionscip è certamente qualcosa che può interessarmi, ma passa in secondo piani di fronte alla proposta che ho fatto io. Perché ancora una volta sono stato io a canalizzare l’attenzione e muovere i fili. Sono io l’uomo che decide e Castòl può dire quel che vuole, ma ho le redini in mano. Se non ottengo ciò che voglio posso diventare molto pericoloso.”

    Pausa.

    “Basti ricordare al buon vecchietto cosa è accaduto in passato e quante volte si è ritrovato spalle a terra grazie ad una mia cortesia. Ora credo che sia giunto il momento di porre fine a questa diatriba tra me e lui. Una diatriba iniziata anni addietro quando ebbi il mio maledetto infortunio. Il momento più buio della vita di Ciro, che però gli ha permesso di emergere sotto una luce nuova. Non tutte le cose negative vengono per nuocere, ma ci può essere sempre qualcosa di positivo. Basta tenere gli occhi aperti e sapere analizzare. In fin dei conti, Ciro de Curtis, dirigente I Dabliu Es suona così bene!”

    Ridacchia Ciro prima di incamminarsi nuovamente nei corridoi.
  14. .
    “Cosa aspettarsi.”

    Una nuvola di fumo ci appanna la vista e quando si dissipa vediamo Ciro de Curtis.

    “Lo scontro epico che più epico non si può. Questo era il trafiletto che speravo ci fosse sotto la nostra contesa e, forse, non sarò deluso. Però ci sono cose che non mi vanno a genio. Cose che reputo superflue, ma che vanno accennate. Tipo… il fatto di essere in una faida non ci esclude dal tirarci qualche pugno senza quartiere. Perché è questo il punto. Io ho detto fin da principio di volere uno scontro capace di far impallidire tutto e tutti, ma queste cose non si creano dal nulla. Vanno preparate e ci vuole un piccolo periodo di gestazione. Ancora ricordo il momento in cui Gideon ha parlato di me come primo sfidante. Dove è finita quella giovialità e quella voglia di fare? Si è perduto nei suoi soliti schemi, ma forse a compiere il primo errore sono stato io. Forse ho preteso troppo, non da lui, ma da me stesso. Darmi una guida mentale per essere in grado di compiere le gesta che mi renderanno membro portante della I Dabliu Es più di quanto io non lo sia già adesso. Il piano di impadronirmi della Rambol, in un modo o nell’altro, non poteva essere un successo senza intoppi. Dopotutto i contrattempi sono sinonimo che si sta andando nella giusta direzione, basta solamente saper interpretare i segni.”

    Boccata di fumo.

    “Tuister poi è un palcoscenico che mi rimanda a ricordi sia belli che brutti. Sembra ieri quando ho conquistato la mia prima Rambol, guadagnando il diritto di andare ad EcsploMenia. Erano i tempi di Umada campione Andispiutid. Allora vinsi e scrissi il mio nome nella storia. Ma c’è anche una seconda storia che precede questa, una storia che va trovata l’anno precedente. L’anno del mio debutto. Un povero Ciro, appena arrivato e con alti ideali che decise di usare la Bomba per entrare come numero uno. Si, esatto. Un povero stronzo che ci teneva alla smorfia napoletana e che voleva rappresentare l’Italia, l’uno della tombola. Un povero coglionazzo che riuscì quasi nell’impresa. Ed è di lui che voglio parlarvi. L’uomo che non si arrese anche di fronte all’evidenza e che provò a scrivere la storia poco dopo il suo debutto. Quel Ciro che da allora ha portato su di sé un titolo irrevocabile: sopravvissuto. Sopravvisse fino alla fine anche se sconfitto. Non si arrese se non per stanchezza e per un bamp pazzesco. Ciro allora ne uscì sconfitto, ma il sopravvissuto prese vita e decide di percorrere lo stesso percorso dell’ecs Scugnizzo. Da allora sono sopravvissuto innumerevoli volte. Sono sopravvissuto quando ho dovuto dire addio alla federazione, nel bel pieno del mio primo regno da campione massimo. Sono sopravvissuto quando le cose mi sono girate male quando avevo la maledizione dei titoli di coppia e non riuscivo a vincerli per essere Grand Slèm Cèmpion. Sono sopravvissuto quando ho subito quel tremendo infortunio a causa di Rant ed ho rischiato di dire addio alla mia carriera. Sono sopravvissuto quando ho deciso di voltare le spalle a tutti e mi sono incamminato sul percorso del cattivo, o presunto tale. Sono sopravvissuto quando ho detto addio ai miei cari ed al mio passato per essere una persona migliore.”

    Ultimo, emblematico, tiro di sigaretta.

    “E non finirà di certo qui. Sopravvivrò ancora ed ancora. Perché è questo quello che faccio. Tiro avanti a campare e vedo di gestire le cose nella maniera migliore che posso. Perché è quello che fanno i veri uomini. Tentano, possono fallire e vanno avanti. Io fin dal principio ho messo le mani avanti non per giustificare un mio eventuale fallimento, bensì per dire che le cose che contano sono ben altre a differenza di un titolo che si porta alla vita o quant’altro. Non è l’oro a rendere sovrano, ma è il sovrano a gestire l’oro e dargli importanza. Questo è il mio investimento più oculato, perché voglio chiudere la stagione nel migliore dei modi e quale palcoscenico migliore di Tuister. Il luogo in cui, si può dire, che venni sverginato per la prima volta dalla realtà dei fatti. Dove presi la mia prima batosta. L’eliminazione dopo esser partito con il numero uno. Lo stesso luogo che l’anno seguente mi vide vincitore. È il mio principio e la mia fine, per poter ricominciare ancora una volta. Perché non ho nulla da perdere e sono il vero sopravvissuto della federazione. Per innumerevoli occasioni sono giunto tra i Last Fòr della Rambòl e non è un caso. Sono un osso duro ed ho intenzione di dimostrarlo a Gideon, ora più che mai. Che sia pure la battaglia per il titolo Andispiutid. Per me sarà la mattanza per rubare la scena agli altri. Perché questa sera non esisterà nessun altro incontro di valenza al di fuori del nostro. Ci prenderemo la scena non per atto d’odio o d’astio contro la dirigenza, ma perché possiamo farlo e lo faremo. Perché ne abbiamo le capacità e nessuno potrà fermarci.”

    La cicca viene buttata.

    “Siamo giunti alla fine della corsa per te Gideon, non perché io sia convinto di vincere, ma perché non sei in grado di evolverti. Non ancora e io voglio darti una mano. Rompendo quella tua scorza e permettendoti di andare oltre e compiere quell’ultimo passo che ti permetterà di essere un individuo migliore. Se non con gli altri, almeno con te stesso. Questo è il mio lascito e spero che apprezzerai. Perché qua dentro sono l’unico che vuole dare spettacolo. L’unico che vuole avere a che fare con avversari degni in sfide degne. L’unico che ci tenga davvero alla I Dabliu Es. Sono l’ultimo sopravvissuto. L’uomo che non si arrende e non vuole saperne di chinare il capo. Colui che porterà le proprie capacità al limite, pur di dimostrare la propria ragione. E continuerò ad esserlo. Ora e per sempre. Ciro vive e vivrà finché questa federazione sarà in piedi.
    Ai em I Dabiu Es.”


    Dette queste parole, cariche di determinazione, Ciro si incammina verso il ring.
  15. .
    Corridoi della EWS. Ciro de Curtis si sta incamminando verso il ring. A breve la contesa per i titoli di coppia che lo vedrà impegnato in squadra con Gideon Brand, suo futuro avversario, nonché attuale Undisputed Champion. Il partenopeo appare smargiasso, quasi più del solito.

    “Avete sentito, no? Ho ricevuto la risposta che desideravo e che mi aspettavo. Non è più tempo di rimanere sopiti. È tempo di alzarsi e prendere ciò che si vuole. Questa serata non sarà una notte di transizione per me e Gideon. Lanceremo un messaggio chiaro. Noi vogliamo dare il massimo. Ma non per ottenere qualcosa da condividere. Non perché ci teniamo a quelle cinture che simboleggiano falsa alleanza. Noi vogliamo chiarire un concetto fondamentale: siamo il meglio che la federazione ha da offrire e gli occhi devono essere rivolti verso di noi. Da quanto tempo dico che io sono colui che porta veramente alto il nome della I Dabliu Es. Credete che sia un discorso di circostanza? Sono fottutamente serio quando lo dico ed ho tutti i motivi per validare le mie parole. Ogni volta che entro dentro il perimetro di gara do l’anima. Ma non lo faccio per voi mentecatti che credete di portare avanti questo bisness. Non lo faccio per i cori. Lo faccio per il luogo che mi ha accolto e mi ha dato uno scopo. Per questo luogo che è la mia essenza e, ovviamente, lo faccio per me.”

    China il capo pensieroso.

    “La mia non è ammissione di colpevolezza o di debolezza. Sono un uomo e sono capace di riconoscere i miei limiti. Fino ad ora ho voluto tenere da parte quello che credevo fosse un punto debole, il mio pensiero sentimentale. Ho creduto che essere attaccati a qualcosa fosse sinonimo di debolezza. Che fosse qualcosa da cui allontanarsi. Mi sbagliavo parzialmente. Ho tagliato i ponti con il mio passato, questo è vero, ma è importante non estremizzare. Non avanzare pretese da se stessi che non si è in grado di rispettare. Un uomo senza sentimenti diventa macchina. Un uomo con troppi sentimenti diventa un bambino incapace di gestirsi. Il giusto compromesso. È quello che mi è mancato fino ad ora. È quello che ho riscoperto in mezzo a quel Last Survaivor. Proprio in quel casino che tanto detesto. In quella caciara che speso ho disdegnato. Lì ho aperto gli occhi. Proprio come nel caos che avviene durante la nascita. Quando la vita prende piede. Io sono rinato. In un turbinio di emozioni che sono iniziate blande e lente ho preso consapevolezza di quello che stavo facendo.”

    Breve pausa.

    “Ho scalciato e preso a pugni qualunque cosa si frapponesse tra e la mia avanzata non perché in palio vi fosse l’occasione per l’Andispiutid Cempionscip, ma perché di mezzo c’era la mia occasione di dimostrare quanto valgo. Quanto sono fottutamente forte e determinato. Il tempo del ‘Solo Ciro conta’ sono stati importanti per me, ma ho dimenticato un aspetto fondamentale. Non c’è Ciro senza I Dabliu Es… e non c’è I Dabliu Es senza Ciro. Sono un postulato che va inserito in un modello teorico funzionale. Il luogo adatto a me e la federazione e non c’è modo migliore per dimostrare quanto io sia adatto a tale luogo se non un incontro con il più forte, il campione, Gideon.
    Brand ha detto che è felice di avermi visto trionfare, io non posso che ricambiare questo sentimento. Perché mi ritrovo di nuovo contro di lui. Contro quel gigantesco pelato che non vuole saperne di pippe mentali e di strategie sopraffine. Lui picchia. Io picchio. Quindi ci picchiamo. Punto. Non serve sapere altro se non che venderemo entrambi cara la pelle. Ma non sarà una questione per l’oro, almeno non per me. Entrambi abbiamo il desiderio di confrontarci con i nostri limiti e la voglia di avere una sfida all’altezza. Lui per dimostrare che il suo regno è degno di tale nome e che sarà in grado di spodestare chiunque si presenterà di fronte alla sua persona. Io per far capire che da solo valgo quanto, se non di più, di trenta uomini che tenteranno di buttarsi oltre la terza corda per prendersi un posto nel Mein Ivent di EcsploMenia. Quella Rambol che io ho incontrato più e più volte. Quella Rambol che ha visto me come uno dei più frequenti nei Last For. Negli ultimi quattro sopravvissuti. Forse è proprio per questo che ho vinto il Last Survaivor. La mia indole da ultimo sopravvissuto. Da uomo che non si arrende e non vuole saperne di lasciar perdere. Anche quanto tutto e tutti ti sono contro.”


    Altra pausa.

    “Quando le cose sembrano perdute e tu continui a lottare. Questo sono io. Questo è Ciro. E non me ne fotte se pensate che siano solo sentimentalismi. È la dura realtà dei fatti. Sono un uomo che non si tira indietro anche quando la situazione è disperata. Perché solo Ciro può fallire per Ciro. Solo io posso dire se sono o non sono in grado di compiere un’impresa ed il modo migliore per provarlo è cimentarvisi. La mia indole da sopravvissuto mi ha regalato una pelle dura e coriacea, difficile da scalfire. Vedremo se questa sera mi aiuterà. Ma non sono i titoli di coppia quello che desidero, non più oramai dopo esser divenuto Grand Slem Cèmpion. Quello che voglio è far capire al pubblico che a Tuistèr saremo io e Gideon a rubare la scena. Saremo lo sciòstìler della serata. E nulla potrà impedircelo.”

    Su queste parole Ciro ci lascia e si avvia verso il quadrato.
507 replies since 17/9/2006
.